Alcuni progetti di lettura a confronto: Nati per leggere, Leggimi ancora (Batini), Leggere 5vava (City Jump).
Nati per leggere
(ll cuore del progetto è la lettura ai bimbi piccolissimi effettuata di genitori)
“I miei primi 1000 giorni. Perché leggere ai bambini, fin da piccoli.
Leggere ad alta voce ai bambini fin dalla più tenera età è una attività molto coinvolgente per entrambi che rafforza la relazione adulto-bambino.
L’evidenza scientifica dimostra che i primi anni di vita sono fondamentali per la salute e lo sviluppo intellettivo, linguistico, emotivo e relazionale del bambino, con effetti significativi per tutta la vita adulta.
Il progetto propone alle famiglie con bambini, fino a 6 anni di età, attività di lettura che costituiscono un’esperienza importante per lo sviluppo cognitivo dei bambini e per lo sviluppo delle capacità dei genitori di crescere con i loro figli.
Tra le varie attività utili allo sviluppo del bambino, i pediatri indicano che la lettura insieme durante i primi 3 anni di vita è la cosa più importante che i genitori possono fare per preparare il bambino alla scuola. Un bambino che riceve letture quotidiane acquisirà un vocabolario più ricco, avrà più immaginazione, si esprimerà meglio e sarà più curioso di leggere. Ciò gli consentirà una più facile comprensione dei testi scolastici e una minore fatica nello svolgimento dei compiti e dei temi, in tutte le materie.
Leggere ad alta voce è piacevole e crea l’abitudine all’ascolto, aumenta molto la capacità di attenzione, e accresce il desiderio di imparare a leggere. La vostra voce è magia per il bambino. L’elemento che più conta é lo stare insieme, condividere la lettura come un’attività semplice.
Osservare un bambino piccolo dotato di capacità di linguaggio ed espressione simili a quelle di bambini più grandi fa sempre un certo effetto, in particolare quando il genitore le confronta con quelle che erano le proprie capacità alla stessa età del figlio. Anche un genitore poco scolarizzato, che può temere che il proprio bambino possa non avere successo a scuola, potrà scoprire egli stesso che invece, tramite la lettura insieme, il proprio figlio dimostrerà doti intellettuali più avanzate rispetto a quelle di bambini coetanei i cui genitori non hanno però praticato la lettura insieme.
Prova a sperimentare tu stesso: osserva un bambino di quattro anni che ha frequentato Nati per Leggere e confrontalo con le capacità linguistiche di un bambino della medesima età ma che non sia stato metodicamente esposto nei primi anni di vita alla lettura insieme. Noterai tu stesso quanto la proprietà di linguaggio del primo bambino assomigli a quella di bambini molto più grandi.
Non si pensi quindi che il leggere ad un bambino molto piccolo, che non è ancora in grado cioè di comprendere completamente ciò che ascolta, sia un’operazione poco utile. Al contrario! Il bambino esposto alla lettura è perfettamente in grado già molto presto, di estrarre e fare proprie le parole e le regole del linguaggio, abilità che, senza la lettura, acquisirebbe, come appunto accade, molto più tardi.
Il genitore non deve possedere doti particolari di bravura o di tecnica per leggere insieme, è sufficiente seguire il testo e le figure, e intraprendere con il bambino una lettura ricca di scambi affettivi.”
Leggimi ancora (Federico Batini)
(La lettura ad alta voce come esperienza vicaria, rivolta ai ragazzi in età scolare e agli adulti nei luoghi di cura. I lettori sono gli insegnanti e i volontari, si fa leva sulla forza narrativa dei testi)
‹‹Nella lettura, l’immaginazione del lettore è guidata dal suo concetto di Sé e ciò gli consente di riconoscere nella narrazione particolari e singolari aspetti della propria individualità. Allora è evidente che la fruizione della narrativa implica molto di più che organizzare le informazioni del testo in una struttura di significato: implica un processo costruttivo, una proiezione nel racconto di propri significati. La fruizione della narrativa implica una ricapitolazione degli aspetti del Sé significativi, per questo può svolgere una funzione importante per la crescita della persona, consentendole di esplorare se stessa e le proprie emozioni attraverso il coinvolgimento affettivo e mettendo alla prova i sistemi di credenze che danno senso alla realtà. [?] Come le concezioni del mondo e del Sé influenzano la fruizione della narrativa, altrettanto questa può influenzare e modificare le concezioni del mondo e del Sé; quando la narrativa è significativa, ovvero serve a organizzare l’esperienza, a costruire senso, quando fornisce modelli di azioni e sentimenti ed emozioni, quando eccita l’immaginazione, la lettura produce nel lettore un cambiamento nella percezione della realtà.›› (Levorato, 2000, pp. 81-82). Le storie, sono considerate, allora, come dispositivi atti a facilitare il processo di costruzione dell’identità di ciascuno di noi e la possibilità di acquisire un controllo ed un potere reale maggiore circa la propria esistenza. E’ necessario, per tenere insieme tutte le tessere del nostro puzzle identitario, avere delle competenze narrative, altrimenti ci sentiremmo disorientati poiché dovremmo tentare continuamente di definirci in qualche modo. Queste competenze, servono oggi più di ieri alle persone per poter dare significato alle nostre esperienze, per gestire e controllare il proprio futuro. ‹‹La costruzione della nostra identità, passa attraverso forme di bricolage identitario narrativo, si verifica cioè un processo di accumulo di piccole narrazioni, porzioni di storie esperite, lette, ascoltate, piccole ermeneutiche del vissuto, del visto, dell’ascoltato e del letto che diventano materiale attraverso il quale, costruiamo la nostra identità.›› ( Batini 2011b, p. 74)
Leggere 5 Vava (City Jump)
(ll cuore del progetto è la lettura ad alta voce effettuata dai ragazzi in età scolare durante i compiti, ascoltati da un educatore. Lettura relazionale.)
Il progetto è rivolto ai ragazzi in età scolare ed è orientato a dare, attraverso la “lettura ad alta voce a qualcuno”, un valore aggiunto al momento dei compiti, in particolare nel doposcuola.
Gli educatori alla lettura formati durante le prime fasi del progetto, si dedicano soprattutto all’ascolto della voce dei ragazzi che leggono.
Gli educatori hanno il compito di facilitare i ragazzi a raggiungere la consapevolezza del proprio suono e di aiutarli ad individuare e “vedere” il contesto in cui si sviluppano i contenuti delle letture.
Questo progetto, nato a partire dagli strumenti teatrali di voce, postura, consapevolezza del sé, ha dato risultati non solo in termini di didattica, ma soprattutto in termini relazionali.
In particolare nei ragazzi che hanno partecipato, si sono riscontrati miglioramenti dal punto di vista del riconoscimento di se stessi, dell’apertura alla famiglia e all’ambiente scolastico.
Il progetto che manca
I tre progetti citati, come anticipato, si sviluppano a partire da diversi approcci alla lettura.
I primi due, hanno in comune il fatto che il lettore non è il beneficiario diretto della lettura, ma è generalmente un adulto che legge ad un bambino o a un ragazzo, per trasferirgli i benefici della lettura stessa.
Il terzo progetto, Leggere 5Vava, si distingue per aver posto i ragazzi come protagonisti diretti della lettura stessa. Lettori attivi, non passivi.
Questo aspetto aggiunge numerose implicazioni al progetto, raggiungendo obiettivi inattesi, quali una forte autoconsapevolezza e accettazione di se stessi, capacità di esprimersi, sicurezza e altre condizioni, derivanti dall’allenamento ad utilizzare la propria voce, quale strumento per “essere” e per essere accolti e riconosciuti.
Il progetto che manca è quello che, a partire dal percorso di Leggere 5Vava, valorizza la forza dell’essere protagonisti della propria vita e delle proprie relazioni, vincendo i limiti dell”Ego, in antitesi rispetto alla nostra cultura, che ha una vera ossessione per lo sviluppo del singolo individuo.
E’ un progetto che insegna ai ragazzi a condividere senza paure la propria conoscenza, a scendere nel campo delle relazioni pronti a collaborare, piuttosto che a essere i migliori e competere per qualsiasi cosa per tutta la vita.
Il modello è quella della lettura ad alta voce attorno al focolare, quello che si basa sul senso di comunità umana e sul riconoscimento del valore dell’altro.
Il sapere, a differenza del pane, può essere moltiplicato e condiviso senza bisogno di miracoli.
Questo nuovo obiettivo, richiede una impostazione progettuale differente, un “design without ego” (*).
Una delle illusioni maturate nella società odierna è quella del genio creativo individuale.
Ma sfatando questo mito, possiamo osservare invece che le idee migliori nascono da collaborazioni: con un partner, con il gruppo di lavoro, con la società in cui siamo immersi. La creatività è nella contaminazione culturale e nella capacità di includere conoscenze trasversali.
Dunque ben venga questa abilità di leggere ad alta voce a qualcuno, ben vengano questi educatori che ascoltano e che quindi trasferiscono ai ragazzi questa capacità di ascolto individuale. Ma bisogna andare un po’ oltre.
Ascoltare il mondo senza pregiudizi è già cambiarlo un po’, ma il progetto deve curare molto anche i contenuti collaborativi, a partire dalla sua stessa impostazione organizzativa, con strumenti che supportino un cambiamento culturale che prevede l’apertura dell’individuo alla comprensione dell’ecosistema umano.
Solo con l’esempio concreto, con l’evidenza e l’esperienza diretta si potrà aiutare veramente i ragazzi a sentirsi parte attiva di una comunità culturale più vasta e differenziata, consapevoli e liberi di trasferire le proprie capacità di ascolto e di diffondere, nelle proprie aule e nelle situazioni in cui la vita li condurrà, le buone pratiche apprese.
(*) Cit: Design without Ego | Davide “Folletto” Casali | TEDxBologna
]]>C’era una volta Comunanze.net. Nacque da un’intuizione: rilanciare il concetto delle comunanze (le comunità agrarie per gli usi civici sviluppate, dopo le invasioni barbariche, nel reset degli ordinamenti giuridici dell’Impero Romano, in quanto emblematica espressione di auto-organizzazione sociale, molto diffusa nel territorio piceno fino al XIX secolo) per declinare l’idea di community espressa dall’intelligenza connettiva del web. Era il 2007 e proprio tra Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto si prospettò l’idea di sviluppare un social network territoriale, prima dell’avvento di facebook. Nel corso del tempo quell’esperienza s’è persa ma qualcosa si è ora riattivato grazie al progetto sul Personal Branding promosso da Tommaso La Selva, uno dei fondatori di Comunanze.net, con la collaborazione di Luigi Coccia, Nadia Bongiovanni e Laura Mazzocco.
Si è coprogettato un walkabout di esplorazione partecipata che ha avuto come campo base la Caserma Guelfa (dove poi siamo tornati per pranzare nell’ottima osteria gestita da Federico) per osservare il bosco di Villa Laureati in totale abbandono da decenni. E’ un mondo selvatico, a pochi passi dalla trafficata Statale Adriatica, un ecosistema che nonostante tutto ha un suo equilibrio (troviamo la piuma di una Ghiandaia e addirittura delle ottime russule cyanoxantha dette anche iridescenti , tra le migliori). Da un varco tra i rovi si intravede la maestosa Torre Guelfa avvolta dalla boscaglia. Sono i resti di una fortezza medievale costruita dagli ascolani in conflitto con Fermo per difendere il litorale dove sboccava il fiume Tronto, la via d’acqua che portava all’interno. Nel 1348 fu distrutta dai fermani dopo un feroce assedio.
Il walkabout diventa l’occasione per rilanciare uno sguardo d’attenzione verso questi luoghi, compresa la Caserma Guelfa che per più di metà è diroccata, ragionando nel nostro brainstorming radionomade su come rilanciarne una funzione pubblica (si parla di laboratori artigiani, dall’enogastronomia alla creatività digitale, di coworking…). Si evocano quei conflitti tra guelfi e ghibellini che per secoli devastarono il Piceno, più che altrove. Quegli antichi conflitti sembrano essere l’humus dell’ignavia e dell’indifferenza istituzionale che pervade e inibisce oggi queste zone così dense di paesaggi umani (linea di ricerca che si attivò proprio con Comunanze.net una decina d’anni fa). Forse è giunto il momento di riprendere il filo sospeso. Dopotutto crediamo in una gestione creativa dei conflitti e c’incuriosisce questo antagonismo tra guelfi e ghibellini, a tal punto da schierarci… un po’ per gioco. Ci ispira il fatto che nel Trecento alcune comunanze dei monti Sibillini siano state connotate dalla presenza di ghibellini e catari (quel movimento ereticale di cui abbiamo seguito le tracce fino a Sirmione). Ma, ripetiamolo, è solo un gioco, non ci si schiera di certo. E poi a proposito di mondo guelfo e pontificio stiamo già pensando di tornare nel Piceno sulle tracce di Papa Sisto V, nato a Grottammare cinquecento anni fa (il 13 dicembre 2021). La sua è una gran bella storia da raccontare, esplorandola nella sua geografia.
A Porto d’Ascoli, dalla Caserma Guelfa (Via Guelfa Caserma 5 ), sabato 15 giugno, alle ore 11, parte il walkabout Storie dell’anno Mille verso la Torre Guelfa, Villa Laureati, Montecretaccio, conduce Carlo Infante, con Luigi Coccia, Marina Mariniello, Tommaso La Selva, Nadia Bongiovanni, Cinzia Carboni.
Un evento dedicato alla riscoperta di alcune risorse trascurate del territorio piceno. Si sciamerà nei luoghi che videro infuriare, nei lunghi secoli del Medioevo e oltre, battaglie di predominio e di campanile per il controllo di rocche, tratti di costa e posizioni strategiche.
Partecipazione libera.
Pranzo su prenotazione (alle ore 13,30, con contributo di 20 euro).
Info: 380.6421779 / tommaso.laselva@gmail.com
Ad Ascoli Piceno, dal pianoro (davanti al ristorante Il Cacciatore (Strada Provinciale 76) al Colle San Marco, domenica 16 giugno, alle ore 11 si parte per il walkabout “Paesaggio Travertino”.
Da Piazza del Popolo dove ha sede il Palazzo dei Capitani che ospita la mostra di Tullio Pericoli “Forme del Paesaggio”, si vede molto bene il colle San Marco da cui, per secoli, è stata presa la materia che ha dato forma al paesaggio architettonico del centro storico di Ascoli Piceno, il travertino.La forma della collina è dunque dovuta anche al lavoro dei cavatori di travertino che un tempo la abitavano… E’ a partire da questa suggestione di Carlo Bachetti, espressa durante uno dei walkabout svolti nell’ambito di quella mostra , che ha preso forma l’idea di andare ad esplorare le Cave di Colle San Marco. Un’altra suggestione chiave ce la offre lo scultore Giuliano Giuliani che opera (e vive) proprio in quella Cava. Invitò noi tutti, con i suoi studenti del liceo artistico, ad osservare il travertino in modalità zoom: concentrare lo sguardo sui dettagli metamorfici della pietra. Apparve un fossile, così come tante altre concrezioni che si sono rivelate come un “paesaggio”…
Per informazioni: info@formedelpaesaggio.it, 3392026639.
(Articolo tratto dalla newsletter di Urban Experience “Walkabout nel Piceno ed Esercizi di Resilienza Urbana” del
12 giugno 2019)
Domenica 16 giugno alle ore 11 si parte dal pianoro (davanti al ristorante Il Cacciatore) al Colle San Marco, sopra Ascoli Piceno.
Da Piazza del Popolo dove ha sede il Palazzo dei Capitani che ospita la mostra di Tullio Pericoli “Forme del Paesaggio”, si vede molto bene il colle San Marco da cui, per secoli, è stata presa la materia che ha dato forma al paesaggio architettonico del centro storico di Ascoli Piceno, il travertino. La forma della collina è dunque dovuta anche al lavoro dei cavatori di travertino che un tempo la abitavano…
E’ a partire da questa suggestione di Carlo Bachetti, espressa durante uno dei walkabout svolti nell’ambito di quella mostra , che ha preso forma l’idea di andare ad esplorare le Cave di Colle San Marco.
Un’altra suggestione chiave ce la offre lo scultore Giuliano Giuliani che opera (e vive) proprio in quella Cava. Invitò noi tutti, con i suoi studenti del liceo artistico, ad osservare il travertino in modalità zoom: concentrare lo sguardo sui dettagli metamorfici della pietra. Apparve un fossile, così come tante altre concrezioni che si sono rivelate come un “paesaggio”…
ore 11 ritrovo presso il Pianoro (davanti al ristorante il cacciatore): prima tappa la vista di Ascoli dall’alto, seconda tappa il monumento ai caduti che ci consente di raccontare alcune storie avvenute sul pianoro, terza tappa visita alla foresteria che diventerà il luogo di lavoro di ragazzi con disagio mentale seguito dall’associazione Diversamente, quarta tappa la cava Giuliani dove lo scultore ha il suo laboratorio.
ore 13:00 pranzo nella cava e poi visita alla cave dismesse che creano portali sui monti azzurri dell’appennino centrale.
Per informazioni:
info@formedelpaesaggio.it
3392026639
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Sabato 15 giugno dalle ore 11
Caserma Guelfa di Porto d’Ascoli (S. Benedetto del Tronto)
Storie dell’anno Mille:
Walkabout (conversazione radio-nomade) presso Caserma Guelfa, Torre Guelfa, Villa Laureati, Montecretaccio
Conduce Carlo Infante, con Luigi Coccia, Marina Mariniello, Tommaso La Selva, Nadia Bongiovanni, Cinzia Carboni
Sabato 15 giugno a partire dalle ore 11, a Porto d’Ascoli, con un evento dedicato alla riscoperta di alcune risorse trascurate del territorio piceno si concluderà la serie d’incontri dal titolo “Personal Branding 2019 – Ciascuno è perfetto”.
I partecipanti – condotti nella conversazione peripatetica con sistemi whisper-radio da Carlo Infante di Urban Experience – sciameranno nei luoghi piceni che videro infuriare, nei lunghi secoli del Medioevo e oltre, battaglie di predominio e di campanile per il controllo di rocche, tratti di costa e posizioni strategiche.
Il walkabout prenderà il via alle 11 dalla Caserma Guelfa di Porto d’Ascoli per andare alla scoperta di ciò che resta della vicina Torre e della Villa Laureati, situate in un’area di semiabbandono e in attesa di valorizzazione.
Dopo il pranzo su prenotazione presso l’Osteria “Caserma Guelfa”, si partirà in auto verso Montecretaccio, un rilievo collinare sul crinale settentrionale della vallata del Tronto su cui sorgeva una Rocca di frontiera fra gli stati ascolano e fermano.
Il walkabout (ricognizione radio-guidata), dal titolo “Storie dell’anno Mille”, sarà curato da Carlo Infante (Urban Experience) e dall’Associazione Culturale Blow-Up nell’ambito del
Progetto Tillandsia, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Grottammare (Assessorato alla Cultura; Assessorato alle Politiche Giovanili), con l’Osteria Caserma
Guelfa di S. Benedetto del Tronto e con numerosi partners pubblici e privati.
Partecipazione libera. Pranzo su prenotazione , dalle ore 13:30, con contributo di 20 euro.
Info: 380.6421779 / tommaso.laselva@gmail.com
Giovedì 9 maggio al Pio Sodalizio dei Piceni (Piazza S.Lavatore in Lauro) alle ore 17 Lectio di Giorgio Fabretti su “L’impronta picena a Roma. Dai gallopiceni all’Arcadia” (si parlerà di Sisto V, “er Papa tosto”, Raffaele Fabretti, Principe della Romana Antichità e Cristina di Svezia), seguirà il walkabout“L’Accademia delle Scienze della Regina di Roma” (e quando si torna al Pio Sodalizio dei Piceni si brinda a quella Regina per cui Roma ha inaugurato l’era delle feste barocche).
]]>Grottammare (Paese Alto), Ospitale delle Associazioni – sabato 4 maggio 2019, ore 16
Non necessariamente competitivi, ma cooperativi e accoglienti, per dare un senso all’economia (o a ciò che ne resta), al lavoro, alle professioni: è al suo terzo appuntamento “Personal Branding”, edizione 2019, con un sottotitolo ironico che vuole far riflettere, “Ciascuno è perfetto”.
Sabato 4 maggio alle 16:00, presso l’Ospitale delle Associazioni di Grottammare (Paese Alto), avrà luogo un incontro dal titolo “IN FORMA E AZIONE – Il benessere della persona tra «fine del lavoro» e potenzialità inespresse”, a cura di Alessandro Pompei (Segretario Generale FIOM CGIL Ascoli Piceno) e Marina Mariniello (counselor); per “informarsi, formarsi, tornare in forma, passare all’azione”.
Che ne è del lavoro? Esiste ancora? In quali forme accettabili? E, paradossalmente, è ancora utile a chi si sveglia al mattino per chiudersi in una scatola invece che scegliere di partire per una salutare passeggiata?
Da anni il lavoro non è più una chiave che apre la porta della realizzazione personale, ma in tanti, troppi casi, si rivela come un ambito della vita che causa frustrazioni e svogliatezza, rimpianti e risentimenti. I “lavori” residui, quelli sopravvissuti alle crisi e ai licenziamenti, sono spesso meccanici, spersonalizzanti, precari e malpagati, vuoti di significato.
Per far sì che il dialogo interiore di chi lavora non sia più la bestemmia, ma la fiducia, è necessario che si torni a considerare le persone che lavorano come esseri umani, e che si dia voce alle loro esigenze e ai loro bisogni: empatia e ascolto porterebbero benefici sia alle aziende che ai loro collaboratori, finalmente fuori da un circolo vizioso che genera, in tutti, insicurezza e vulnerabilità.
L’edizione di quest’anno, denominata appunto “Personal Branding 2019 – Ciascuno è perfetto”, intende proseguire nel solco già tracciato negli anni precedenti, proponendo, fra gli altri, incontri dedicati ad ambienti ludici e formazione, ai libri, alla valorizzazione di aree e risorse trascurate, e fornendo tracce e percorsi critici sul rapporto fra se sessi e la tecnologia.
L’incontro “IN FORMA E AZIONE” sarà curato dall’Associazione Culturale Blow-Up nell’ambito del Progetto Tillandsia, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Grottammare (Assessorato alla Cultura; Assessorato alle Politiche Giovanili), con la FIOM CGIL di Ascoli Piceno e con numerosi partners pubblici e privati.
Ingresso libero con tessera dell’Associazione Culturale Blow-Up al costo ridotto di 5 euro.
Info: 380.6421779 / tommaso.laselva@gmail.com / fb: personal branding me and sharing economy
]]>Siamo partiti in walkabout dall’Ospitale, l’ex ospedale “Madonna degli Angeli” che ora ristrutturato accoglie la Casa delle Associazioni di Grottammare, per il progetto di City Jump “Leggere 5 v.a.v.a.” che si occupa dei processi pedagogici connessi alla lettura ad alta voce. Interrogandoci su cosa leggere durante quell’esplorazione partecipata abbiamo scandagliato il web e abbiamo seguito le tracce lasciate dal passaggio di Cristina di Svezia a villa Azzolino. Sono anni che orbitiamo intorno a questa figura straordinaria, una delle donne più interessanti del secolo XVII, per una serie di progetti connessi all’Arcadia e questa combinazione picena ci ha illuminato. Abbiamo così titolato il walkabout “La regina di Roma a Grottammare” seguendo queste impronte che ci hanno condotto alla villa dove fu ospitata nel settembre del 1665, accolta dal cardinale Azzolino, innamorato di questa donna fatale. Fu lo stesso Papa Alessandro VII a nominarlo guida spirituale della regina Cristina che si era appena trasferita a Roma dopo aver sconfessato il protestantesimo. Fu accolta nel 1655 in pompa magna (con un festa che inaugurò l’era dei fasti barocchi) a tal punto da essere abbracciata dal popolo romano come una Regina. Nel tempo fondò una sua corte, ricreando quella “Piccola Atene” che aveva già realizzato a Stoccolma (dove poteva contare anche su Cartesio), attraendo intellettuali da tutta Europa , accogliendo i migliori artisti dell’epoca a Palazzo Riario (oggi Corsini) la sua residenza sotto il Gianicolo. Istituì , con l’aiuto di Raffaele Fabretti, l’Accademia Reale dove si conversava di arte, musica e scienze, che poi si definì Arcadia, orientata più verso l’espressione poetica e letteraria. Era un gigante: conversava correntemente in latino e parlava anche francese, italiano, tedesco, spagnolo, greco, oltre ad avere una conoscenza basica di ebreo e arabo, oltre a coltivare la conoscenza alchemica. E’ evidente la nostra attrazione per questa figura, declinata con entusiasmo in quella conversazione radio-nomade in cui abbiamo letto frammenti documentali sulla sua storia proiettata nel paesaggio piceno che l’accolse. Passeggiando ci siamo passati i fogli da leggere in una staffetta di lettura ad alta voce che si è rivelata come un gesto pubblico capace di amplificare lo sguardo su luoghi che hanno evocato la sua presenza.
Abbiamo di fatto anticipato l’attività di un laboratorio che Urban Experience svolgerà nei mesi seguenti, con un’esperienza di esplorazione partecipata basata sul format radio-nomade che associa la lettura all’osservazione del territorio, secondo il miglior spirito della congenialità. Il principio attivo del walkabout in questo contesto pedagogico è infatti quello della lettura all’aperto come “gesto pubblico”, come chiave per una particolare lettura del paesaggio.
Sciamando tra gli olivi secolari che ascoltiamo “parlare” (il format degli “alberi parlanti” è una delle soluzioni di performing media che sviluppiamo da tempo, attuato anni fa al Parco dell’Appia Antica e in altre situazioni) ad un certo punto troviamo una curiosa pianta spontanea: il cocomero asinino (Ecballium elaterium). Una piccola rivelazione. I suoi frutti al loro interno sviluppano una tale pressione idraulica da “sparare” semi. Al minimo tocco esplodono, lasciando fuoriuscire liquido e semi. Ci sorprendono (anche se noi ne conoscevamo bene l’effetto) ed è emblematico come la natura possa offrire queste piccole grandi sorprese. Fa parte del nostro gioco di esplorazione psicogeografica cogliere occasioni come questa, cogliendo dettagli, evocando storie che ci sollecitano nel cogliere il genius loci dei territori. Definiamo questo focus d’attenzione Paesaggi Umani e con questo titolo abbiamo curato recentemente un progetto per l’Estate Romana e va detto che questo termine deriva da una line di ricerca che si è sviluppata nel 2009 con comunanze.net proprio nel Piceno, sull’onda di una bella intesa con tanti amici, come quelli di Blow Up. A Grottammare c’è quindi un filo sottile e tenace che ci lega, dal 1985 quando curammo una delle prime rassegne di videoteatro realizzate in Italia, come testimonia l’articolo de La Repubblica (e molte altre testate nazionali che ci ha mostrato, ricordandocelo, Maurizio Capponi che curò allora quell’operazione).
Il walkabout prima di tornare all’Ospitale (dove ci aspettano gli amici dei Teatri Invisibili e di un bel gruppo di critici e studiosi di teatro, per un convegno su Leo De Berardinis) fa un’incursione dolce nel Teatro dell’Arancio dove sta provando Roberto Latini, uno dei migliori attori del teatro di ricerca, di cui ascoltiamo una tale potenza vocale che ci fa riflettere sul potere della parola a viva ed alta voce. E’ la parola che si fa suono. Su questo uscendo dal teatro. riprendendo la conversazione radio-nomade, emerge il riferimento all’acusmatica come condizione perturbante del teatro delle origini. Un valore che si attesta al di qua della rappresentazione e che riguarda intimamente la percezione e la sua capacità di elaborare senso al di là della dimensione visiva. E ricordiamo Roland Barthes che ci suggerì un concetto chiave per la nostra ricerca nell’ambito della radiofonia: “l’ascolto è in fondo come un piccolo teatro”. Un buon incipit per il progetto di City Jump.
]]>City Jump insieme a Fondazione Carisap ha avviato il progetto “Leggere 5 vava” che ha validità nel triennio 2017-2019 e che prevede un lavoro di recupero delle abilità didattico-relazionali degli studenti attraverso la lettura ad alta voce come consapevolezza di sé e del rapporto con gli altri.
La lettura ad alta voce è di fondamentale importanza nell’apprendimento e nelle relazioni, ma non è un’abilità innata, né di facile acquisizione: per questa ragione il progetto ha lo scopo di aiutare i ragazzi a sviluppare e utilizzare al meglio tale abilità.
L’iniziativa vuole contrastare il fenomeno dell’ “analfabetismo funzionale” e punta ad un cambiamento culturale che vuole riportare la lettura al centro del processo educativo, sensibilizzando i ragazzi, le famiglie e la cittadinanza tutta su questa attività di base. Fondamentale è mantenere un elevato interesse per la lettura anche dopo la fine del percorso scolastico.
Sabato 20 ottobre a Grottammare è previsto un walkabout che anticiperà l’attività di laboratorio che si svolgerà nei mesi seguenti, con un’esperienza di esplorazione partecipata basata sul format radio-nomade che associa la lettura all’osservazione del territorio. Sarà l’occasione per fare un brainstorming di co-progettazione con i vari stakeholder.
Il principio attivo del walkabout in questo contesto pedagogico è quello della lettura all’aperto come “gesto pubblico”, come chiave per una particolare lettura del paesaggio. Nel percorso uno dei focus d’attenzione sarà la Villa Azzolino che accolse Cristina di Svezia, la “regina di Roma”, una delle donne più interessanti del secolo XVII. La sua impronta di genialità femminile sarà una delle chiavi che useremo, leggendo diversi frammenti letterari connessi alla sua sua figura straordinaria, per aprire quel paesaggio piceno.
L’intento di City Jump è sviluppare e ampliare l’attività di ricerca sulla lettura ad alta voce del comitato artistico-scientifico nel territorio piceno.
Questo progetto è rivolto agli studenti della scuola primaria dell’Istituto comprensivo “G. Leopardi” di Grottammare e dell’Istituto Paritario San Giovanni Battista di San Benedetto del Tronto e ad ai ragazzi delle Parrocchie di Grottammare e del City Jump.
A completamento del percorso educativo sono previsti laboratori con esperienze di lettura, di ascolto, di comunicazione e di giochi teatrali:
– laboratorio radiofonico per creare consapevolezza della propria voce attraverso l’esperienza del “microfono” che aiuta a superare le proprie barriere (Radio Incredibile)
– laboratorio teatrale, per liberare i ragazzi dai propri schemi giocando con le parole con il ritmo e il suono della propria voce (Associazione Culturale Mus.e);
– laboratorio di lettura animata, per entrare in contatto con un modo diverso di leggere, mettendo in relazione suono e movimento e dando più valore alla propria voce e al significato del testo (Associazione Culturale La Meraviglia);
– laboratorio “Incontro con l’Autore”, per mettere in relazione i ragazzi con l’autore del libro attraverso la lettura drammatizzata del testo (Associazione Culturale I Luoghi della Scrittura);
– laboratorio “Walking about Ascoli Piceno”, per imparare a leggere il paesaggio attraverso un apprendimento nomade, in cui la narrazione-azione partecipata, con sistemi whisper-radio, è inscritta nell’esplorazione urbana. Un’azione che rientra nell’ethos pedagogico dell’apprendimento dappertutto e dell’edutainment (imparare giocando), metodologie che Carlo Infante-Urban Experience sviluppa da tempo.
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